“Una mamma contro G.W. Bush” nei cinema, un film straordinario

“Una mamma contro G.W. Bush” nei cinema, un film straordinario

di Fabio Ricci

Sono appena tornato dall’anteprima milanese per la stampa di “Una mamma contro G.W. Bush”, il film di Andreas Dresen. Film che racconta una storia vera, quasi un documentario per concezione, di questa storia incredibile di una grand donna. Una grande mamma, che non si arrende all’arresto, immotivato, del figlio trasferito, ma anche torturato, a Guantanamo. Lager che gli americani fecero a Cuba dove mettere chiunque fosse, anche vagamente, indiziato di essere un terrorista talebano.

La storia di una famiglia tedesca

In realtà la famiglia di Murat, appena diciannovenne al momento dell’arresto, è turco-tedesca. La storia di una famiglia come tante, il papà lavora la mamma fa la mamma come missione unica. “L’amore? Ma che sciocchezza noi ci sposiamo per i figli” dice all’avvocato (uno strepitoso Alexander Scheer) la stessa Rabiye. Il film, in orgiginale “Rabiye Kurnaz vs George W. Bush”, per altro ho avuto la fortuna di vederlo in orginale. Nella versione italiana tante cose simpatiche nell’intreccio di lingue si perderanno, ma in Italia siamo abituati così.

Meltem Kaptan e non solo

La protagonista è una fantastica Meltem Kaptan, tanto brava da pensare che spesso sia un documentario con immagini reali e non un film. Il modo in cui interpreta questa piccola mamma coraggiosa, espressione di una minoranza non considerata nella sua nuova patria, che arriva a sfidare il Presidente degli Stati Uniti alla Corte Suprema. Riavere suo figlio è l’unica opzione di questa donna, che tra lacrime e risate, irresistibile l’uso dei proverbi, per anni non ha mollato un attimo. Fino al felice epilogo. #nospoiler ma la vicenda è abbastanza nota e non così importante come sia finita. Il linguaggio di Andreas Dresen riesce ad essere molto poetico, senza eccedere mai sembrando retorico. Molto ben girato e con un garbo non comune. Esce nei cinema Giovedì 24 Novembre 2022

Ehi Guantanamo è ancora aperto e ci sono detenuti mai giudicati, molti nemmeno con accuse di nessun tipo. Ne parliamo più forte?

Info

https://wantedcinema.eu/una-mamma-contro-g-w-bush/

interviste al cast

Gli artisti in ginocchio, perché?

“Aiutatemi a non perdere la casa”

di Fabio Ricci

Una storia come tante che sentiremo, l’ho scelta non perché sia più grave o meno di tante altre. Ma perché è significativa. Da quasi un anno si è fermato tutto nel mondo dell’arte e dello spettacolo. A Klaus Bellavitis porteranno via la casa il 31 maggio, qualcuno l’ha già persa qualcuno ha dovuto chiudere il locale.

Ikea e Tiger possono Teatri e Locali no…

Di chi è la colpa? Non è questo il contesto di certo ma se si può affollare l’Ikea o fare la fila per entrare da Tiger si potrebbe tranquillamente aprire musica e teatri. Con le dovute precauzioni cosa mai potrebbe succedere? I calciatori sputano, si abbracciano e si baciano ad ogni partita sono tutti morti? 

Klaus Bellavitis

Riaprire velocemente

Oltre questi casi limite, dove la dignità porta ad un passo dal cedere alla disperazione, la situazione di quello che in questo paese dovrebbe essere l’eccellenza (aggiungerei i ristoranti e gli hotel che oltre ad essersi attrezzati per primi di assembramenti proprio non ne fanno) di questo paese non è minimamente tutelata. Anzi è tenuta al guinzaglio, si sa che chi parla alla gente e chi coltiva idee che trasferisce con la sua arte fa paura. Molta paura. 

Soluzione streaming?

Molti artisti stanno portando il loro lavoro, spesso gratis, per restare almeno vivi con lo streaming. Altri vi donano per pochi soldi il teatro sul pianerottolo, come la grande Rossella Raimondi per esempio. Ma è la soluzione? A parte l’appello che faccio a tutti per sostenerli, dobbiamo iniziare a pretendere la normalità dove e come si possibile. Speriamo che questo cambio politico sia meno miope. L’indotto del comparto vale molto, il prezzo è il futuro di questa nazione che è molto più brava a fare cultura e spettacolo, ma anche ristorazione e accoglienza, che a produrre acciaio e tumori. 

Klaus Bellavitis

La situazione dell’artista milanese è complicata, ci sono di mezzo grane famigliari e su questo non entro nel dettaglio. Certo figlia di questo momento, dove gli artisti sono messi in ginocchio da questo momento storico. In cui non li fanno lavorare. Bellavitis ha scritto anche un libro che racconta questa vicenda, se volete approfondire (ma comprare un libro e una mano all’autore e alla casa editrice ma anche a tutto l’indotto.

Chi è Klaus

Klaus Bellavitis è uno dei compositori e pianisti jazz italiani più stimati, un artista poliedrico che ha calcato i palchi internazionali, ma anche un filantropo che, con la sua musica, è stato protagonista e organizzatore di importanti raccolte fondi (come quella per gli abitanti di Amatrice, vittime del terremoto) tanto che Sergio Pirozzi, l’allora sindaco, gli ha conferito il premio ‘Scarpone d’oro’ e nel 2017 viene nominato ‘Ambasciatore dei Diritti Umani’. Ora però Klaus si trova in un momento difficile della sua vita: il 31 maggio, infatti, sarà costretto ingiustamente a lasciare la sua abitazione in Via Ravizza 12 a Milano. Per questo ha lanciato un appello sui social per coinvolgere più persone possibili in un flashmob sotto casa sua, che possa aiutare la sua vicenda ad avere un lieto fine.

Info

https://www.facebook.com/KlausBellavitis

https://www.facebook.com/Klaus-Bellavitis-167763153255767

http://www.liberaillibro.com/il-conte-klaus-savoldi-bellavitis/

Lo si può conttatare anche su whatsapp, telegram o signal al 335-5926265

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“Ti invito a Fedora” #disabilità e arte

“Ti invito a Fedora” #disabilità e arte

Rendere l’accesso all’arte anche a chi è disabile, non solo abbattendo le barriere architettoniche ma anche esplorando linguaggi che possano arrivare a chi non sente o non vede è lo scopo di”Ti invito a Fedora”. Organizzato dall’omonima associazione culturale voluta da Ginevra Bocconcelli, Valeria La Corte e Luca Falbo sarà incentrata sull’istallazione di Mattia Airoldi chiamata “In utero”. Il tutto presso l’auditorium dedicato al grande bassista “Stefano Cerri” in via Valvassori Peroni al 56 di Milano. Il tutto dal 3 dicembre 2019 fino al 7 dello stesso mese. Alla presentazione, a palazzo Marino, c’erano presenti: Lamberto Bertolè (Presidente del Consiglio Comunale di Milano), Luca Costamagna (Assessore alla Cultura Benessere e Felicità, Zona 3), Ginevra Bocconcelli, Luca Falbo, Valeria La Corte (Associazione Culturale Fedora) e Mattia Airoldi (curatore dell’installazione).

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Ti invito a Fedora

Ti invito a Fedora nasce con la volontà di raggiungere il più ampio pubblico possibile. Pensare a una platea “allargata” ai ciechi e sordi non è stata dunque una limitazione, ma al contrario la spinta per la creazione artistica. Al centro dell’evento c’è l’installazione In utero, nata dalla collaborazione con il musicista, sound designer Tia Airoldi. Grazie alla straordinaria tecnologia di una pedana sensoriale, capace di trasformare i segnali sonori in vibrazioni percepite dal corpo, In utero propone un’esperienza immersiva, durante la quale ogni spettatore potrà provare la sensazione di ritrovarsi come all’interno dell’utero materno. Inoltre ci sarà Aperisegno, un aperitivo speciale in lingua dei segni, l’esposizione di bassorilievi tattili e il concerto di Tia Airoldi, già fondatore della rock band The Please che in questa occasione, sfruttando le potenzialità della pedana sensoriale, proporrà una selezione di suoi brani.

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La pedana sensoriale

La struttura in legno, frutto dell’invenzione del lucchese Alfredo Di Gino Puccetti, nasce per permettere al figlio sordo di entrare in contatto con il mondo dei suoni, fargli sentire – con le vibrazioni – che i membri della sua famiglia hanno una voce e che sono tutte diverse e capire che si può percepire il movimento della melodia, il suono del mare, il crepitio del fuoco.

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Info

Ti invito a Fedora – dal 3 al 7 dicembre. Auditorium “Stefano Cerri” – Biblioteca Valvassori Peroni 56 – Milano – martedì 3 dicembre, ore 18.00 – inaugurazione
orari visite: mar 20.00-23.00, mer e gio 18.00-22.30, ven 21.00-22.30, sab 15.00-21.00
venerdì 6 dicembre, ore 18.00 – Aperisegno / ore 23.00 – Concerto Tia Airoldi ass.ne.fedora@gmail.com – 331 7620578
www.assnefedora.com
www.facebook.com/Associazione.Fedora/

www.contattodedo.it

Cristina Brasi professione criminologa #leintervistesuldivano #intervistemilanesi

Cristina Brasi professione criminologa #leintervistesuldivano #intervistemilanesi

Con l’occasione di presentare il suo sito ho incontrato la dottoressa Cristina Brasi, laureata presso l’Università degli Studi di Pavia in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, formata da svariati master connessi. Insomma Cristina oggi si occupa di Criminologia Forense, è una consulente che anche solo osservando dei filmati è in grado di dare pareri rilevanti il riconoscimento della menzogna in veste di analista comportamentale di una persona.  Ovviamente ho disinfettato e nascosto ogni cosa che avrebbe potuto farmi passare per un pericoloso psicopatico e l’ho fatta accomodare sul divano per fare quattro interessantissime chiacchiere con lei.

Consulenze nelle cause

Chiacchierando con la dottoressa Brasi si è spaziato dagli avvenimenti di cronaca più o meno recenti, andrà, Luglio 2019,  in cassazione la causa Ragusa, spaziando fino ai famosi Olindo e Rosa della strage di Erba. Crimini che appassionano molto l’opinione pubblica che segue, in numeri notevoli, anche tutte la trasmissioni connesse a queste tristi vicende. Non è che la curiosità morbosa della “gente” abbia per forza ragione nel seguire questi programmi televisivi, però così è.

La dottoressa Cristina Brasi

La dottoressa Cristina Brasi

Anche libri e non solo

Recentemente Cristina Brasi è stata anche nominata direttrice scientifica della nuova Collana di Criminologia della Casa Editrice Licosia, per la quale uscirà anche il suo libro a coronamento di un anno che ha visto il lancio del suo sito e della sua presenza digitale. Tra le varie cose c’è anche il Digital Profiling e di riconoscimento biometrico anche con l’ausilio di droni. Insomma come avete capito la tecnologia si è incontrata con la psicologia per avere sempre più certezze nei procedimenti penali. Tra l’altro, è anche consulente di delle agenzie di intelligence.  Ma anche in temi di salvaguardia della persona, nell’intervista qui sopra abbiamo trattato molti temi davvero interessanti.

Info

www.cristinabrasi.com

www.fba-lab.com

Paolo Kessisoglu

Per Genova “C’e da fare” di Paolo Kessisoglu

Per Genova “C’e da fare” di Paolo Kessisoglu

Il 14 agosto 2018 crolla una parte del Ponte Morandi di Genova, uno schiaffo arrivato quando l’Italia pensava solo alla classica grigliata di Ferragosto. Uno di quelli schiaffi indelebili, ad una città non comune, non banale. Genova è la mamma di tanti artisti italiani, non serve scomodare Fabrizio de Andrè, con le sue asperità come ogni città di porto. Paolo Kessisoglu, questa volta orfano del socio Luca, ha deciso di dedicarle una canzone che si chiama “C’è da fare” che è diventata un progetto. Prodotta con Fabio Gargiulo e mixata da Sabino Cannone e stata incisa con: Annalisa, Arisa, Boosta, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi, Gino Paoli, Giorgia, Giuliano Sangiorgi, Ivano Fossati, Izi, J – Ax, Joan Thiele, Lo Stato Sociale, Luca Carboni, Malika Ayane,Mario Biondi, Massimo Ranieri, Mauro Pagani, Max Gazze’, Nek, Nina Zilli, Nitro, Raphael Gualazzi, Ron e Simona Molinari.

Le rappresentati di Regione e Comune

Tutti i ricavi in beneficienza

Tutto quello che verrà ricavato sarà devoluto ad un’associazione, molto attiva nel capoluogo ligure, che si chiama Occupy Albaro. Paolo ci mette la mano sul fuoco, sostenuto anche da Sony e Siae che hanno fatto la loro parte. Da domani, Venerdì 22 febbraio 2019, sarà in tutte le Feltrinelli ma anche sulle piattaforme digitali. L’Associazione “Occupy Albaro” che gestirà i proventi, in accordo con Regione Liguria e Comune di Genova, destinerà quanto raccolto al progetto mirato alla riqualificazione territoriale e alla migliore vivibilità della Valpolcevera

Cosa ne dice Paolo

“C’è da fare” è nato dalla pancia, dal ventre, anche se mio e non quello di una donna, e per questo è come un figlio. Lo è stato nel periodo di gestazione circondato dall’affetto di tutti quelli che gli hanno voluto bene: i 25 cantanti che hanno donato la loro arte, i collaboratori che lo hanno seguito con dedizione e continua ad esserlo anche dopo la sua nascita ufficiale attraverso le cure e l’amore doverosi per sostenerlo e farlo crescere sano e forte. Il giorno del crollo del ponte Morandi mi trovavo lontano negli Stati Uniti e non potendo fare nulla, trovato un pianoforte in una libreria di San Francisco, mi sono seduto e ho scritto questa canzone per Genova di getto. Le note scivolavano giù dalle mie dita senza fatica, erano l’espressione della mia incredulità e del mio sgomento. Tornato in Italia ho ripreso quelle note che mi erano rimaste dentro e ho scritto il testo. Ne è nata una canzone d’amore per la mia città, uno stimolo a non mollare, a non chiudersi ma ad aprirsi chiedendo aiuto in un momento difficile

Info

Per fare una donazione con bonifico bancario:
iban: it79 a02008 01423 000 105496385
intestazione conto: occupy albaro – causale: cedafare

Legend Club per il sociale #eventostasera

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Legend Club per il sociale #eventostasera

Questa sera, domenica 30 Settembre 2018 presso il Legend Club di Milano ci sarà un doppio evento sociale. Oltre al giù annunciato “Rise From The Rubble”, evento a sostegno delle famiglie colpite dal crollo del ponte Morandi di Genova, si terra anche una raccolta per il gattile di Rho. Si raccoglieranno, in una apposita postazione, donazioni di quanto possa aiutare l’associazione Dimensione Animale Rho per dare un sostegno ai “piccoli ospiti sopravvissuti” alla barbarie di chi ha incendiato la struttura che li ospitava. Si raccolgono: scatolette, croccanti, coperte, piatti di plastica e quello che può essere utile.

Info

Legend Club Milano – Viale Enrico Fermi, 98 – Milano – (MM3 Affori Centro)

http://www.legendclubmilano.com

http://www.dimensioneanimalerho.org (dove c’è anche l’iban per donazioni)